The Bronze Horseman – Il film | Sottotitolo: La mia felicità.
Si può avere una notizia più bella? Immagino proprio di no!
Miei devoti lettori e amici,
Sono elettrizzata nel dirvi che il nostro sogno comune di vedere The Bronze Horseman sul grande schermo è un passo più vicino alla realizzazione.
ITA Productions, una compagnia britannica, ha chiesto i diritti del mio libro. Il produttore, Martyn Hall, e il regista, Sash Andranikian, amano Tatiana e Alexander, e non vogliono altro che rendere un emozionante spettacolo visivo di film. Sash, che proviene da una lunga linea di animatori e realizzatori di film, è Russo-Americano come me. Ha letto tutti e tre i libri e mi ha detto che li ama tutti. Martyn mi ha detto che The Bronze Horseman è l’unico libro che l’ha fatto piangere. Hanno intenzione di andare in pre-produzione per la fine del 2013, e di iniziare a girare all’inizio del 2014. Per cui, forse, per la fine del 2014, con una buona dose di fortuna, potremmo avere il nostro film.
Lavoreremo sulla sceneggiatura che ho scritto, che è fantastico, ma significa che dovrò riscriverla, il che implica invetabilmente che dovrò tagliarla. Come tutti voi sapete dai miei libri, la brevità difficilmente è il mio punto forte. Nei miei libri, il mio processo di editing risulta sempre essere un venti per cento più lungo, e non un trenta per cento più corto, che è ciò che Martyn vorrebbe.
La buona notizia è che, i produttori hanno promesso che sarò sul set per revisionare e aggiungere scene nel caso servano durante le riprese, perciò alla fine avremo una partecipazione e qualche piccola misura di controllo nella creazione di questa cosa magica chiamata The Bronze Horseman, un film.
Accoglierò i vostri commenti, domande, preoccupazioni e ovviamente, suggerimenti per il casting.
No, il film non sarà in russo. (Come il libro non lo è!)
Cosa ne pensate di Alex Pettyfer come Alexander?
I miei più sentiti saluti,
Walz of the Danube – The Anniversary Song (Ovvero, quando Barrington canta ballando con Metanova)
“Guarda la luna, Tatia…” Alexander indicò la vallata che si apriva
tra gli Urali in lontananza.
“Sto guardando”, mormorò, con gli occhi fissi su di lui. “Ma non c’è musica.”
La tirò a sé, sussurrando: “Sotto il sorgere nuziale della luna, un ballo con mia moglie nel suo abito da sposa…” Ballarono a passo di valzer nella radura mentre una luna piena color cremisi risaliva lentamente il cielo. Lui cominciò a cantare:
—
“Oh, how we danced
On the night we were wed…
We found our true love
Though a word wasn’t said…”
—Cantò in inglese e Tatiana capì quasi tutto. “Shura, caro, hai una voce così bella!
Conosco questa canzone. In russo si chiama Il valzer del Danubio.”
“Waves of the Danube” (in rumeno: Valurile Dunării; in serbo: Дунавски валови/Dunavski valovi ; in tedesco: Donauwellen; in francese: Flots du Danube; in russo: Дунайские Волны) è un valzer composto da Iosif Ivanovici (1845–1902) nel 1880, ed è uno dei più famosi brani rumeni nel mondo. Negli Stati Uniti è frequentemente conosciuto come “The Anniversary Song”, titolo datogli da Al Jolson quando lui e Saul Chaplin rilasciarono un adattamento del brano nel 1946. “The Anniversary Song” a volte è erroneamente confusa con “The Anniversary Waltz”, che è in realtà, il nome di una canzone con cui non c’è alcun legame. Così come “Waves of the Danube”, il valzer originale è a sua volta confuso con il più famoso “The Blue Danube” di Johann Strauss II.
Ecco quindi svelato l’arcano.
Questo è il valzer originale, “The waves of the Danube” , composto da Ivanovici:
—
E questo invece, è l’adattamento di Jonson e Chaplin, diventato “The Anniversary Song”, la canzone che Shura canta a Tatia nella notte di luna piena a Lazarevo:
—-
Oh, how we danced on the night we were wed
We vowed our true love, though a word wasn’t said
The world was in bloom, there were stars in the skies
Except for the few that were there in your eyesDear, as I held you close in my arms
Angels were singing a hymn to your charms
Two hearts gently beating, murmuring low
“Darling, I love you so”The night seemed to fade into blossoming dawn
The sun shone anew but the dance lingered on
Could we but recall that sweet moment sublime
We’d find that our love is unaltered by timeDear, as I held you close in my arms
Angels were singing a hymn to your charms
Two hearts gently beating, murmuring low
“Darling, I love you so”
—
—
La sentite la voce calda di Shura che canta, immerso in una felicità da scoppiargli il cuore? *_*
Astinenza + Pignoleria = Photoshop a me!
Quando senti il vuoto dentro, capisci di aver letto un gran bel libro.
Ho volato sopra Leningrado, sono stata spettatrice di una meravigliosa storia d’amore, ma ho anche baciato Shura e messo le mie mani sulle sue braccia muscolose, ero seduta su una panchina ad osservare quella meravigliosa piccola donna incosciente, testarda e impavida che mangiava un gelato mentre per la prima volta scopriva l’amore.
Ho camminato attraverso il giardino d’estate e ho bevuto vodka, sono stata la regina del lago Ilmen, ho trascorso 29 giorni pieni d’amore e passione, e attraversato un lago ghiacciato per portare in salvo il mio uomo, mio cavallo e mio carro, ed infine sono invecchiata con lui… ho fatto tante di quelle cose attraverso 1900 pagine che mi sento vecchia anche io eppure ora mi sento così svuotata….
Questo è tutto ciò che sento anche io, che sentono tutte le mie sorelline che sono state, come me e Ana, insieme a Tatia e Shura in queste ultime settimane, e tutta la schiera di lettrici che, da quando Paullina Simons ha pubblicato il suo “The Bronze Horseman”, hanno amato e sofferto con i due protagonisti, hanno vissuto la fame e la brutalità della guerra, hanno celebrato il loro amore attraverso la morte, la distanza e il ritorno alla vita. Se siete eterne romantiche, se volete emozionarvi, soffrire e vivere un legame indivisibile, messo a dura prova dalla lealtà familiare, dai debiti morali, dalla fame, dal freddo e dalla brutalità della guerra, leggere una storia scritta in modo scorrevole ma che non manca in frasi poetiche e strazianti che rimarranno per sempre nel cuore, consiglio a chiunque passi di qui, di leggere la trilogia scritta da Paullina Simons:
“Il Cavaliere d’Inverno è senza dubbio una delle più grandi, belle e drammatiche storie d’amore mai scritte. È un crescendo di emozioni, dolore, morte, eppure, nella tragedia, la speranza di due persone che lottano per avere un futuro insieme è una fiamma che non si spegne. ”
Sei sono le stelle che io do’ a questo romanzo che ha posseduto il mio cuore tenendolo stretto in una morsa salda. Sei stelle su una scala di cinque, perché tutti possiate capire quanto io l’abbia amato.
Alessandro – Pensieri sparsi di una lettrice che ha trascorso l’intera domenica con “Tatiana & Alexander”
Deriva dal nome greco Alexandros, (Αλέξανδρος), divenuto in latino Alexander, interpretato già dai Greci come fusione fra la radice alex-, (ἀλεξ-), del verbo alèxein, (ἀλὲξειν), che significa “proteggere” e anèr, andròs (ἀνήρ, ἀνδρός), che significa “uomo”, quindi “protettore di uomini” o “l’uomo che protegge”, “colui che si erge a proteggere”.