Il mondo visto da un'orecchie a punta

Alessandro – Pensieri sparsi di una lettrice che ha trascorso l’intera domenica con “Tatiana & Alexander”

Ho sempre amato il nome Alessandro.
Ho una passione per i nomi, soprattutto per quelli molto brevi oppure partcolarmente lunghi.
E, nonostante non tutti siano oggettivamente belli, amo i nomi greci.
Ma questo è un valore aggiunto.
Il mio amore per il nome Alessandro è nato con me, e mi ha sempre accompagnato. Quando poi ho conosciuto il Megale Ale della Macedonia, colui che è passato alla storia come Alessandro il Grande  (nonostante il mio primo incontro sia stato con una versione romanzata della sua vita), attraverso quest’uomo idealista e visionario, ho amato maggiormente il nome Alessandro, inisieme alla sua versione originaria greca: Aléxandros.
Ma amo anche tutte le altre varianti: Alekander, Lisandru, Xander, Aleksandar… Alexander.
Il diminutivo, Alex, non l’amo particolarmente e nemmeno Ale, perché snaturano il suono del nome completo.
“Alessandro” suona come qualcosa di glorioso, di potente, qualcosa destinato al fulgore, alla luce, alla pienezza.
E ne sono sempre più convinta, che sia un nome da eroe, da guerriero, perché ho incontrato un nuovo Alessandro che risponde pienamente a questi canoni.
Alexander Barrington non è un personaggio storico, ma appartiene ad una serie di romanzi. Questo però non mi ha mai trattenuto dall’amare profondamente qualcuno di cui leggo le gesta.
E quest’uomo merita questo nome da guerriero perché nella sua vita ha dovuto sempre combattere. Ha perso la sua vita tranquilla ad undici anni e da allora non ha fatto altro che tentare di riaverla, cercando di sfuggire ad uno Stato che voleva appropriarsene. Alexander combatte incessantemente, continuando a trovare la forza dentro di sé, anche quando tutto sembra perduto. Ha perso tanto, più volte, e quello che ha avuto, l’ha ottenuto per troppo poco tempo.
Eppure quell’attimo di felicità lo sta aiutando a sorreggersi, ad andare avanti, a non mollare, a non arrendersi, a non cedere la sua vita a qualcuno che non ha il diritto di prenderla.
È un grand’uomo Alexander, un uomo rimasto solo per troppo tempo,  eppure sempre in grado di rialzarsi. Un uomo capace di farmi amare ancora di più il nome Alessandro.
Un nome destinato alla guerra, alla forza di volontà, all’affermazione di se stesso.
E poco importa se lo porta qualcuno che è realmente esistito oppure no, quel nome sarà sempre una garanzia.





Deriva dal nome greco Alexandros, (Αλέξανδρος), divenuto in latino Alexander, interpretato già dai Greci come fusione fra la radice alex-, (ἀλεξ-), del verbo alèxein, (ἀλὲξειν), che significa “proteggere” e anèr, andròs (ἀνήρ, ἀνδρός), che significa “uomo”, quindi “protettore di uomini” o “l’uomo che protegge”, “colui che si erge a proteggere”.

6 Risposte

  1. oh si tesoro mio Alexander porta gloriosamente quel nome, gli è cucito perfettamente addosso ♥

    16 gennaio 2013 alle 10:39

    • Come ho scritto anche su Faccialibro: un nome, un destino. ❤

      16 gennaio 2013 alle 19:15

  2. … come si può non concordare?????

    16 gennaio 2013 alle 22:27

  3. Bellissimo articolo e riflessione sul nome Alessandro e su Alexander “Shura”. Hai incarnato il mio stesso pensiero sui personaggi (storici,reali o di fantasia ) che portano questo nome. 🙂

    19 gennaio 2013 alle 14:24

    • Grazie mille! Mi fa piacere che ci sia qualcuno che condivida il mio punto di vista, soprattutto su questo nome, che ho sempre amato tantissimo e su personaggi che non fanno che riconfermarne la bellezza e la potenza del suo significato.
      Shura l’ho amato all’istante e il fatto che avesse anche un nome meraviglioso, ha contribuito a donargli un posto d’onore tra i personaggi che non dimenticherò mai.

      19 gennaio 2013 alle 16:26

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